martedì 5 novembre 2013

Massimo Paolicelli

Oggi voglio ricordare Massimo Paolicelli.
Si, perché in mezzo a tante figure di cui si parla in questi giorni, ogni tanto non è cosa sgradita accennare a un uomo con molte virtù.
L'ho incontrato una sola volta in vita mia, a Roma in piazza Navona. Lavoravo alla Tavola della Pace e c'era un presidio per sostenere la legge 185, che limita di molto il commercio delle armi.
Ne voglio parlare perché, leggendo la sua biografia, mi hanno colpito tre aspetti della sua vita: l'essere credente, l'essere credibile, l'essere coerente. Come ha scritto Laura Badaracchi in "Redattore Sociale", Massimo era "un credente che non sbandierava la sua fede con proclami ideologistici e prese di posizione aprioristiche, ma che viveva con coerenza i valori che lo abitavano."
Per ricordarlo, nella maniera più opportuna, vi lascio la sua ultima lettera, un tesoro prezioso da leggere:

Cari Dora, Damiano, Margherita, mamma, papà, Tania, Andrea e Margherita, parenti ed amici tutti: essere cosciente che il passaggio dalla vita terrena a quella ….... da un lato porta alcune angosce, ma dall’altro offre alcune opportunità irripetibili. 
Innanzitutto voglio ringraziare tutti per come mi siete stati vicini in questo periodo, qualsiasi gesto è stato fortemente apprezzato. In particolare Dora; una moglie eccezionale, sono orgoglioso di aver percorso con lei un bel pezzo di cammino della mia vita. Damiano e Margherita: i miei "cuccioli", luce della mia vita. Oggi questa catena deve stringersi ancora di più intorno a Dora, Damiano e Margherita...
Voglio lasciarvi non con la tristezza di un addio, ma con una speranza. Durante il periodo della malattia ho avuto l’opportunità di riflettere molto e sono arrivato alla conclusione che questo è un forte segnale venuto da Nostro Signore! Viviamo il nostro quotidiano assecondando un assurdo sistema frenetico produttivo che non è nostro naturale, che dovrebbe dare migliore qualità della vita basato sull’affetto dei nostri cari e dei nostri amici ed una maggiore vicinanza a Dio. Dio ha voluto darmi uno stop: vivere intensamente questo ultimo periodo della mia vita riavvicinandomi con qualità al quotidiano, imparando ad apprezzare meglio ogni dono che viene dal Padre Nostro. Per questo spero che tra i tanti semi di pace, solidarietà ed amore che ho vissuto che ho seminato in questa mia breve vita ci sia anche l’invito a non aspettare una malattia per capire le priorità della vita. Tante gocce possono scalfire la roccia, cerchiamo di scalfire la roccia dell'indifferenza e dell'egoismo e costruiamo, in nome di Dio, un mondo di giustizia, pace e solidarietà.
Ciao
Massimo”.