martedì 29 maggio 2012


"Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti".


In giornate così dure, scandite dal terremoto emiliano, dalle indagini per la bomba di Brindisi, dalla crisi continua, c'è chi imperversa a fare il politicante e instaura un'inutile discussione sulla legge elettorale (che peraltro resta una chiara porcata), sul sistema di governo, sulle primarie e su cazzate del genere.
Possibile che i nostri parlamentari non si siano accorti della necessità di affrontare le tante, troppe emergenze che affollano il nostro paese di cui il terremoto è solamente la più evidente?
Possibile che non riescano a costruire una politica fatta di impegno quotidiano (che magari potrebbe evitare il continuo stato di emergenza).
C'è una parola da condividere e si chiama RESPONSABILITA'. Don Ciotti qualche tempo fa sottolineava come "Prima delle leggi ci vuole la responsabilità, l'uso consapevole della nostra liberta". Ed è un termine che vale per noi cittadini comuni, ma anche per i parlamentari che hanno l'enorme responsabilità di affrontare i problemi del paese e di proporre le soluzioni più adeguate insieme al governo.
Vorrei avere dei parlamentari impegnati per un paese più equo, più giusto, che non veda la continua perdita di diritti; vorrei avere dei governanti capaci di ascoltare le problematiche sociali e di affrontare le crisi lavorative.
Vorrei delle figure di riferimento che non perdano tempo col mito del rigore o con la leggenda dello sviluppo, ma che si concentrino sulla costruzione della coesione sociale, sulla qualità del proprio lavoro e che siano capaci di infondere speranza e partecipazione con le loro azioni.
C'è un termine inglese, Life Skills, che indica la gamma di abilità cognitive, emotive e relazionali di base. Tra queste troviamo empatia, creatività, prendere buone decisioni, risolvere problemi, senso critico...
Vorrei che almeno un paio di queste possano appartenere a chi occuperà gli scranni del parlamento a partire dal prossimo anno...





sabato 26 maggio 2012

"Non è affatto vero che io non credo nel progresso, io credo nel progresso. Non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo che da alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica." P.P. Pasolini

Ci sono giorni nei quali notizie importanti passano veloci: l'attentato di Brindisi, il terremoto...
Tutto questo perché c'è la crisi.
Nei giorni passati il presidente francese ha insistito perché si parli di crescita e si smetta di parlare di rigore. Oggi il premio nobel per l'Economia Paul Krugman ha dichiarato che per battere la crisi servono insegnanti e welfare. E ha proseguito sostenendo quanto sia necessario che i governi spendano di più, non di meno. Già tutto il contrario di quanto sostengono i falsi profeti dell'fmi, i rigoristi della finanza...
Già Report qualche mese fa si propose una via differente di sviluppo, che prendeva esempio dalla crisi dell'Argentina e dalla reazione di quel paese. 

"La gente si è assegnata le case, hanno riaperto le imprese, si sono uniti in cooperative. I lavoratori hanno studiato, per essere poi in grado di gestire una impresa (anche se non sei della Bocconi). E sono riusciti a recuperare il lavoro, anche grazie alla comunità . Gli utili sono stati reinvestiti sul territorio in scuole e strutture sportive. Un altro modello economico".
Non mi sono mai piaciuti gli indifferenti, bisogna scegliere da che parte stare e quale modello proporre e attuare.
Non sarà un modello perfetto, ma avere più insegnanti e destinare maggiori risorse alla spesa sociale è  fondamentale per ripartire e soprattutto per essere più giusti, anche se un pò meno potenti...

"Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economica, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi."

domenica 20 maggio 2012

"Questi ragazzi sono meravigliosi, non prendiamoli in giro"
Così ieri Don Ciotti.
Oggi però persistono i dubbi.
Chi sarà stato? 
Non lo so. Si dice ora sia un gesto isolato con volontà stragista. Certo, sono tante le coincidenze che fanno a pensare alla criminalità organizzata, la scuola dedicata a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, il ventennale della strage di Capaci, i recenti arresti di Mesagne...
Spero almeno questa volta le indagini possano contribuire a fermare chi ha compiuto questo gesto.
Tante volte, troppe, in passato non si è fatta luce su attentati del genere.
Molti hanno parlato, per esprimere giustamente indignazione.
E tante, tantissime persone sono scese in piazza ieri per difendere la scuola. E da qui dobbiamo ripartire.
E vorrei che tutti coloro che si sono indignati per l'attacco manifestino ogni giorno, concretamente solidarietà al mondo della scuola, che deve essere al centro della politica e dell'azione educativa.
E' la prima volta che qualcuno colpisce una scuola in questa maniera. Spero che si possa individuare la matrice e che si possa evitare il ripetersi di un crimine così tremendo. Spero davvero non sia un nuovo inizio di terrore e che la verità possa venir fuori.
Davvero, non prendiamoli in giro!

giovedì 17 maggio 2012

"Il pane o è il nostro pane condiviso o cessa di essere pane e diventa ingiustizia".

"Il pane o è il nostro pane condiviso o cessa di essere pane e diventa ingiustizia".
Questa frase, pronunciata ieri sera da Enzo Bianchi durante la trasmissione Quello che non ho, mi ha colpito molto perché mi ricordava una famosa frase di una canzone di Fabrizio de André: 
"C'hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame".
E il bello che la stessa cosa viene affermata dal catechismo: 

"Non c'è furto se il consenso può essere presunto, o se il rifiuto è contrario alla ragione e alla destinazione universale dei beni. È questo il caso della necessità urgente ed evidente, in cui l'unico mezzo per soddisfare bisogni immediati ed essenziali (nutrimento, rifugio, indumenti...) è di disporre e di usare beni altrui."
Già, troppo spesso ci dimentichiamo che una cosa è bella, ha valore, solo se è condivisa.
E questo vale per le relazioni, per i bisogni primari, per le persone. 
E se ci chiuderemo sempre più, arriverà qualcuno, escluso dal nostro sistema, che tenterà di prendere ciò che non gli appartiene.
Molti sostengono come sia strano vedere cancelli, protezioni, sicurezza dovunque. Forse perché non siamo capaci di condividere o forse perché teniamo alle nostre cose più che alle persone. 
Ho iniziato fin da piccolo ad imparare l'arte della condivisione e non smetterò mai di apprenderla. In questo c'è una caratteristica essenziale, l'incontro con l'altro.
Chissà se eviteremo questa follia, l'essere sempre più stupidi, chiusi nelle nostre inutili fortezze, rifugiati nelle nostre ipocrite sicurezze, ridicoli ometti rinchiusi dalla paura.

martedì 15 maggio 2012

E FINALMENTE PARLIAMO DI CRISI

Si cita il PIL, in calo dello 0,8%, si parla dei disastri delle banche americane, il crollo delle banche italiane, la crisi in Grecia, si citano centinaia di dati economici. 
C'è un problema però, si parla poco delle persone. 
Ho letto da poco la storia di Gaspare Tumminello, un uomo che fa la chemio e che vive in macchina. Da due anni, perché ha perso il lavoro e il comune di Milano non riesce a soddisfare tutte le richieste di assegnazione delle case popolari, tra cui quella di quest'uomo.
La crisi è stata creata da qualche criminale finanziario, da chi ha usato troppi soldi negli anni passati, da coloro che hanno gestito potere e denaro con grande facilità (e imbecillità).
C'è un aspetto che travalica ogni classe sociale ed è quello dei suicidi. Imprenditori, operai, impiegati, disoccupati, madri, padri. Non c'è distinzione. Restano, ancora una volta, le parole di Fabrizio de André..."Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi Dio, fra le sue braccia soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte."
E se nessuno può giudicare un gesto così estremo, colmo di fragilità, sicuramente bene ha fatto Massimo Gramellini a dire che "La responsabilità della situazione sociale che fa da sfondo agli atti disperati è invece piuttosto chiara".
Già, la responsabilità di chi ha governato l'Italia negli ultimi decenni, di coloro che hanno occupato gli scranni del parlamento senza mai interrogarsi sui problemi sociali, di chi non si è accorto che fuori, nel mondo vero, si soffre e si suda.
Nel dopoguerra l'Italia non aveva nulla, era distrutta da guerre e dai disastri prodotti da una terribile dittatura e da un'arretrata situazione economica. Ma siamo ripartiti, rimboccandoci le maniche senza porsche cayenne, ristoranti da 1.000 euro a persona e stronzate del genere.
In fondo siamo e saremo sempre meno ricchi, ma se perdiamo la speranza di cambiare le cose saremo sicuramente più poveri.
Si può cambiare lo status quo, si possono evitare drammi sociali di ogni genere, ma solo se saremo capaci di mettere al centro l'uomo e mettere all'angolo la finanza e i suoi enormi danni.

domenica 13 maggio 2012

Corrotti!
Qualche tempo fa Libera ha organizzato una campagna  intitolata "Per il bene comune i corrotti restituiscano ciò che hanno rubato", che aveva la stessa filosofia della legge sulla confisca dei beni mafiosi.
Vedendo la marea di scandali che hanno inquinato partiti ed istituzioni mi viene da dire che ora più che mai questa è una proposta di legge giusta.
L'ultima naturalmente è dell'immancabile Trota, il prezzemolino di ogni scandalo partitico, il Corona della Politica.
Non solo abbiamo dovuto vedere la sua finta laurea albanese (che sia il risarcimento per le ingiurie dei leghisti contro gli stranieri?) e il video in cui si faceva dare la paghetta dal suo autista (peccato che erano soldi dei contribuenti, finiti alla lega sotto forma di finanziamento...).
Oggi scopriamo che andava a Bratislava per "serate informali", spendeva a Brescia 8.000 euro in un giorno per fare umile shopping e naturalmente utilizzava il lampeggiante per superare code e traffico lento, perché un principino del genere mica può attendere, come tutti, il suo turno...
Poi ci sono i Lusi, c'è il senatore Tedesco, c'è il maleamato Scilipoti, lo scugnizzo della camorra Cosentino, il manovratore Alfonso Papa e via dicendo.
Come diceva il giudice Rosario Livatino "Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili", e questo non vale solo per il contrasto alla mafia, ma anche per la corruzione e per ogni forma di disonestà.
Secondo l'ultimo rapporto di Transparency international, il nostro Paese è al 67° posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche, l'unico paese occidentale ad alto rischio corruzione. E naturalmente c'è il pdl...che cerca di fermare il ddl anticorruzione, chissà perché?
Mi torna in mente una frase della Meglio Gioventù, in cui un politico corrotto dice al protagonista "è l'Italia che hanno fatto i nostri padri" e il protagonista risponde "no mio padre no".
Già, mio padre no...

mercoledì 9 maggio 2012

Che fare?
Spari nel centro storico, bande che si contrappongono.
Su facebook, twitter e simili si vede di tutto.
Quelli  che invocano la chiusura di locali, altri che se la prendono con i frequentatori delle scalette del duomo, altri contro gli spacciatori, quelli poi contro le istituzioni.
Al di là delle generalizzazione e di qualche deficiente che se la prende, come sempre, generalizzando contro gli stranieri, vorrei puntualizzare alcune cose.
1) E' vero, 150 spacciatori e fiancheggiatori pullulano nel centro storico, ma poi? Chi compra la roba? Chi finanzia spacciatori e chi gli sta sopra (che è bene ricordarlo son gruppi mafiosi integralmente e assolutamente italiani...)? Chi affitta stanze agli spacciatori? Italiani, TUTTI. Senza mercato le bande non esisterebbero. Mi viene in mente quel rappresentante di destra del classico, all'incirca della mia età, che volantinava fuori dalla scuola contro la droga e lo spaccio e poi di nascosto al bagno si fumava canne... ipocrisia a manetta...
2) La chiusura del Mania...si può essere d'accordo o meno e sicuramente non serve a limitare lo spaccio al centro storico...però da anni si dice che il Mania è un locale che paga il pizzo, invischiato con la criminalità, tutta Perugia lo sa...ma poi, siccome le birre costano meno, tutti vanno là a comprarle...me compreso fino a qualche anno fa... incoerenti a dir poco... come quelli che facevano fotocopie al Copione e si lamentavano all'uscita della criminalità del posto.
3) Chi è il responsabile dell'ordine pubblico e della lotta contro il crimine a Perugia? Ha un nome, si chiama questore. Poi certo, le altre istituzioni concorrono al decoro della città, ma il responsabile è il questore. Che non può minimizzare quanto successo in televisione, per togliersi responsabilità. Altro ipocrita.
4) Quelle persone di centro destra che se la prendono contro le istituzioni locali, che sicuramente avranno le loro responsabilità, dovrebbero incazzarsi contro chi, il ministro Maroni in primis, si è rifiutato di aumentare a dovere le forze dell'ordine in città. Perché non hanno fatto pressioni sull'allora maggioranza politica, di loro stessa provenienza? Gli faceva e gli fa gioco far polemica?
5) Il senso civico, questo si responsabilità di chi amministra la città. E' questo che va ricostruito, è partecipando che si crea un presente e un futuro migliore. L'unico modo per avere una città vivibile, vivace, a misura d'uomo. Ed è compito dei cittadini e dell'amministrazione comunale, e allora facciamolo!
Non ho mai creduto che la sicurezza sia l'unica risposta. Serve essere decisi, se uno sbaglia (italiano, turco, giapponese non importa). Ma serve anche affrontare il problema della diffusione delle sostanze stupefacenti. E prima di invocare misure speciali, ricordiamoci che siamo nell'epoca più sicura di sempre.
L'unico modo per migliorare la situazione è quello di partecipare ed evitare di classificare, di ghettizzare, di vedere il mostro nel diverso, poiché i veri mostri siamo noi, consumatori indifferenti...
Finché ci sarà domanda niente e nessuno potrà fermare lo spaccio di droga, neanche le stronzate di chi invoca più polizia, superman, i corpi speciali, batman e quant'altro di inutile...


domenica 6 maggio 2012

Fame di fama...
Oggi ho letto che ben 80.000 persone si son presentate alle selezioni di X factor, in cinquemila solo a Bari. Numeri da record!
Oramai sfondare su un reality è un'opportunità più avvincente di fare un concorso pubblico o privato che sia per un normale lavoro. Perché se uno sfonda, beh ha risolto tutti i problemi. Almeno così pensa la gran massa degli aspiranti.
Poi arriva la Gialappa's a prendere in giro questi poveri malcapitati che hanno come rifugio sociale amici di Maria de Filippi, il Grande Fratello o X Factor...e che giustamente fanno una figura demenziale in tv, ma tant'è, meglio quella dell'oblio di un lavoro quotidiano, per queste persone.
Stiamo forse perdendo la bussola se i concorsi da reality show divengono più importanti di uno straccio di lavoro normale.
O forse, potrebbe affermare qualche pseudo prezzemolino esperto amico di Maria De Filippi, quel 36% di giovani disoccupati non sanno che fare e accorrono a provini per reality show...
In realtà conosco moltissime persone che farebbero carte false per un lavoro decente, ben distanti da tronisti, ballerine, flop star e porcelloni del grande fratello.
E i reality non sono decenti? No, non lo sono. Bisogna chiamare le cose per nome e cognome, dandogli gli aggettivi giusti, in questo caso il termine da usare è indecente...
Perché tutti queste persone che credono di inventare qualcosa di nuovo, di essere originali, sono solo una gran massa di pecoroni col labbro moscio di fronte al mezzo televisivo ed alle possibilità effimere che esso offre.
In realtà, l'unica salvezza per l'Italia è quella di ricominciare a inventare, a rischiare qualcosa e anche a sporcarsi le mani.
Per ogni cosa buona sono necessari un paio di ingredienti, fatica e passione.
Se poi preferite furbizia e derisione, continuate pure a fare reality...

venerdì 4 maggio 2012


Per qualche calciatore in meno...
Pur non interessandomi molto di calcio, talvolta mi capita di parlare di questo argomento.
Facebook, twitter, siti di giornali, tutti ad occuparsi dell'allenatore della Fiorentina, Delio Rossi, che ha schiaffeggiato un suo giocatore.
Chi dice che la violenza non va mai usata e che l'allenatore ha esagerato, chi invece che i giocatori son viziati e debbano darsi una regolata... Tutto giusto, per carità!
Ma il problema è più a fondo. Perché se il 34% dei ragazzi (fonte Mtv-Telefono Azzurro-
Eurispes) vuole diventare calciatore professionista qualcosa non va.
Ogni anno mezzo milione di ragazzi frequentano le scuole calcio da 8 a 16 anni. Di questi meno di mille finiscono in serie A o B. In pratica lo 0,2%...
Già, ma chi crea queste illusioni?
Il problema, ancora una volta, sono gli adulti. Talvolta mi è capitato di assistere a partite di calcio giovanile. E ho sentito genitori che insultavano i propri figli per un passaggio sbagliato, altri che li minacciavano in vista del ritorno a casa...
E poi arrivano gli allenatori, quelli disposti a tutto pur di avere il campioncino in erba, o di relegare in panchina senza arte ne parte il ragazzo che vorrebbe giocare ma non ha le capacità per sfondare (e che peraltro paga una salata quota associativa). Allenatori spesso frustrati per i propri fallimenti sportivi, consapevoli di fare miriadi di danni.
Eppure gli vengono affidati bambini e ragazzi...
In altri paesi del mondo, le squadre giovanili sono inserite all'interno del contesto scolastico: per poter fare sport con la tua squadra devi avere un ottimo andamento scolastico e un buon comportamento.
Perché non farlo anche in Italia?

"E'  possibile incontrare fenomeni aventi solo un'apparenza ludica, come il puerilismo degli adulti, che vede la mancanza del senso umoristico, il riscaldarsi per una parola di negazione o di acconsentimento, il pronto sospetto di cattiveria negli altri, l'intolleranza verso ogni altra opinione, l'esagerare in forma smisurata nella lode o nel biasimo".
J. Huizinga

mercoledì 2 maggio 2012

L'eservito del surf

Oggi parlo di protagonismo giovanile... E son dolori!
Un tema centrale? Non proprio a ben guardare i commenti dei ministri sulle giovani generazioni: bamboccioni, sfigati...e via dicendo. 
Son rimasto sconvolto a sapere che il Forum Regionale Giovani del Lazio è presieduto non da un ragazzo scelto liberamente, ma... dal presidente del Consiglio Regionale della stessa regione, non certo un giovane. E' la solita storia del controllo e del tutoraggio degli adulti sui giovani... 
Provo una rabbia feroce quando sento parlare adulti che si riferiscono ai giovani: son sempre quelli svogliati, quelli incapaci di prendersi responsabilità ecc...
Sono i colpevoli! Azz maledetti giovani! 
Già, ma chi ha creato la crisi? Chi ha fallito nella gestione del paese? Chi ha gestito banche, industrie, partiti, governo in rovina? Chi si prende premi dirigenziali e nel contempo fa tagliare la spesa sociale? Già chi? Quelli dell'esercito del surf, giovani si, ma nel 1964...
Sono state le generazioni precedenti, per nulla autorevoli e ben poco credibili, che ci hanno condotto e ci stanno conducendo sulla via del fallimento. 
Si parla poi di giovani sempre declinati al futuro. Già, ma quale futuro? Quello che ci farà tornare poveri? Quello che farà soccombere sotto il peso di politiche economiche egoiste e rigoriste?
Ha ragione don Ciotti...smettiamola di parlare del futuro dei giovani e iniziamo ad occuparci del loro presente dandogli il potere di esprimersi e di decidere.
In fondo i ragazzi di oggi tre cose chiedono...adulti autorevoli con cui confrontarsi, spazi e responsabilità.
In fondo, come Margherita Dolcevita, penso che  "sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni, e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro, gli adulti!"